Rino Adamo,
CEO di RES

Nel 1989 entra in RES con il ruolo di Specialista in Database Relazionali. Dopo alcuni anni diventa Direttore del Laboratorio di Sviluppo e del Centro di Supporto, e successivamente Direttore Operation.

Dal 2012 riveste la carica di Amministratore Delegato di RES, attualmente Holding del Gruppo, alla quale si aggiungono gli incarichi di Presidente delle società controllate.

Con il 2022 è ufficialmente terminato il piano industriale che ha visto il Gruppo RES attraversare diverse trasformazioni a livello organizzativo e una pandemia. Come e quanto è cambiato il gruppo negli ultimi 3 anni?

Può sembrare banale ma le trasformazioni ci sono state soprattutto per supportare la crescita del gruppo stesso. Uno dei nostri obiettivi è stato da sempre quello di ridurre al minimo le incombenze lontane dal business. La “burocrazia” è diventata negli ultimi venti anni veramente invasiva e capace di distogliere le aziende da quello che dovrebbe essere il loro focus principale. Gli aspetti amministrativi, normativi, legislativi e di compliance assorbono una quantità enorme di risorse ed è per questo che la Capogruppo RES, che abbiamo sempre voluto fosse di tipo operativo e non una holding pura, si è sempre di più specializzata nel fornire servizi in tal senso. In questi tre anni, tali servizi sono stati ulteriormente potenziati e organizzati al meglio anche attraverso l’adozione di diversi strumenti software che ne hanno enormemente facilitato il compito. Un altro aspetto fondamentale che ci ha permesso di attraversare indenni i momenti più delicati proprio della pandemia è stato l’adozione capillare di un modello lavorativo basato in larga parte sul lavoro agile, il cosiddetto “smart-working”. In tempi non sospetti avevamo già iniziato una sperimentazione che, quando scattò il primo lockdown, non ci colse impreparati, anzi, non avemmo il benché minimo contraccolpo. Questo modello, oltre agli innegabili vantaggi organizzativi, ha consentito anche di iniziare una politica di assunzioni non più basata necessariamente sulla presenza di sedi operative sul territorio, ma consentendo una agevole “delocalizzazione” laddove necessario.

 

Quali sono stati i principali risultati raggiunti?

Al di là della soddisfazione di aver raggiunto in anticipo gli obbiettivi del piano industriale del Gruppo che si è appena chiuso, posso parlare soprattutto dei risultati di RES. Come dicevo l’obbiettivo più importante rimane sempre quello di poter supportare in maniera completa e al meglio le esigenze delle aziende controllate.

Nei prossimi anni, come holding, puntiamo a migliorare l’efficienza e soprattutto l’efficacia del business delle altre aziende del gruppo. La macchina organizzativa è sempre migliorabile e il lavoro non è mai finito, ma mi sento di dire che gli sforzi fatti fin qui e il modello introdotto soddisfano le esigenze di tutti.

Sono particolarmente soddisfatto dei livelli di automazione e di efficienza raggiunti dalla macchina amministrativa e dal supporto che oggi siamo in grado di dare a livello legale/societario e di organizzazione dei processi.

 

Come ti aspetti che evolveranno i mercati di riferimento nei 3 anni a venire?

Grazie alla nascita di nuove linee di business e all’aggregazione di altre aziende il mercato di riferimento del gruppo è un po’ cambiato. Il mondo finance rimane ancora preponderante, ma non rappresenta più come qualche anno fa la maggioranza quasi assoluta del business del gruppo. Questo, unitamente al fatto che alcune tecnologie si sono fortemente evolute, porterà sempre di più le aziende anche le più restie come le banche, a non contare più sulla propria infrastruttura on-premise ma ad affidarsi al mondo e alle tecnologie del cloud. Non dico che siano temi che oggi non abbiano già affrontato ma quasi sempre solo nell’ottica di avere un cloud “privato”. Questo si porta dietro ulteriori aspetti assolutamente non secondari, come quello della sicurezza, ma anche della sostenibilità, temi su cui il gruppo ha già deciso di investire. Un altro argomento che credo diventerà rilevante nei prossimi anni sarà quello dell’intelligenza artificiale. So che si tratta di un termine piuttosto abusato e che se ne parla da decenni, ma alcune tecnologie stanno dimostrando di aver raggiunto un certo grado di maturità, penso quindi che siamo alle soglie di un’ulteriore rivoluzione come quelle che abbiamo già visto negli anni ’90 con l’avvento di internet o negli ultimi quindici anni con quello degli smartphone e di tutti i device mobili. Per un gruppo che ha in larga parte un’offerta basata sui dati, può rappresentare un’ulteriore grande opportunità.

 

Alla luce di questo, quali sono gli obiettivi del prossimo piano industriale?

Il prossimo piano industriale (che di fatto è già “operativo” da luglio) è quello di portare il gruppo a più che raddoppiare le proprie dimensioni. Questo comporterà sicuramente un potenziamento della macchina organizzativa per poterne supportare la crescita. La crescita però va anche stimolata e favorita, per questo stiamo potenziando alcune funzioni della holding che riteniamo strategiche e fondamentali: i) il “Marketing di gruppo” soprattutto per migliorare la nostra brand awareness e fare percepire al mercato o ai potenziali partner il valore del marchio, ma anche i nostri valori unitamente alle nostre capacità tecnico-organizzative; e ii) lo “Sviluppo commerciale di gruppo” che, oltre a favorire le sinergie, ha l’obbiettivo di valorizzare maggiormente le singole Business Unit attraverso la formulazione di un’offerta realmente integrata; anche qui può sembrare banale ma siamo fermamente convinti che il “tutto” è maggiore della somma delle singole parti.

 

Qual è la visione del gruppo di lungo periodo?

Il gruppo è “condannato” a crescere, lo chiede il mercato, che ha bisogno di partner sempre più affidabili e di dimensioni adeguate rispetto alle sfide sempre più rapide veloci che il mercato globale ha davanti a sé; quindi la crescita non si può limitare a quella che abbiamo già ipotizzato ma dovrà continuare progressivamente nel tempo.

Dovrà però essere una crescita armonica che abbracci anche nuovi mercati e nuove prospettive di business, cercando però di essere sempre concreti e soprattutto fedeli ai nostri valori fondanti.

 

Tre desideri per il prossimo triennio?

  1. Il primo è sicuramente il più scontato e cioè che si realizzi il piano industriale che abbiamo in mente, ma, forte di come si è concluso il precedente, andrei anche un poco oltre: spero si possa fare addirittura meglio di quello che abbiamo ipotizzato!
  2. Il quadro e la situazione internazionale degli ultimi anni sono stati sicuramente elementi di grande disturbo: mi auguro quindi che migliorino sensibilmente e che gli aspetti derivanti della globalizzazione siano fonte di opportunità piuttosto che elementi di freno;
  3. Mi piacerebbe infine che il Gruppo venisse percepito soprattutto per i valori che esprime e non solo per le proprie competenze. Siamo fortemente convinti che debbano essere valorizzati gli aspetti che, lo dico con un certo orgoglio, ci contraddistinguono come la serietà, la correttezza, la capacità di esser al fianco e dalla parte dei clienti anche a discapito di maggiori profitti. La valorizzazione del lato “umano” rimane per noi un aspetto centrale e fondante.