Scritto da Federico Moretti

Il riassunto del libro

The Infinite Game è un libro pubblicato da Portfolio Penguin nel 2019. L’autore, Simon Sinek, è un imprenditore e scrittore inglese, conosciuto principalmente le pubblicazioni bestseller legate al tema leadership, come Start With Why, Find Your Why e Leaders Eat Last. The Infinite Game è il suo quinto libro.

All’interno del libro, Sinek espande i concetti già presentati all’interno di Start With Why e dei volumi successivi, prendendo come spunto le teorie sviluppate nel 1986 da James P. Carse nel libro “Finite and Infinite Games: a Vision of Life as Play and Possibility”. Carse (e Sinek) sottolineano la distinzione tra due tipi di giochi, quelli “finiti” e quelli “infiniti”. Nel primo caso, i partecipanti e le regole sono note, ed al termine di un periodo di tempo prestabilito viene decretato un vincitore. Praticamente tutti gli sport rappresentano dei giochi che rientrano in questa categoria. Nel caso di giochi infiniti, invece, i giocatori possono essere sia noti che non noti, le regole sono tendenzialmente concordate tra coloro che prendono parte, seppure qualsiasi giocatore abbia piena capacità di decidere su come giocare, i giochi proseguono all’infinito, per cui lo scopo principale non è quello di vincere o perdere, ma di continuare a giocare, come ben spiegato dallo stesso autore in questo video.

Questa dicotomia è particolarmente importante nel mondo business, in quanto l’attività imprenditoriale rappresenta un’iniziativa che tendenzialmente dovrebbe rientrare nella categoria dei giochi infiniti, anche se spesso e volentieri chi “gioca”, ovvero le aziende, operano secondo i principi dei giochi “finiti”, ovvero cercando di “vincere”, “sconfiggere l’avversario” e così via.

I business, come tutti i giochi infiniti – secondo Sinek – hanno tre caratteristiche principali:

  1. I partecipanti non possono scegliere se un gioco ha un orizzonte temporale finito o infinito.
  2. I partecipanti possono scegliere se “giocare” o non giocare.
  3. Una volta deciso di prendere parte al gioco, si può decidere se utilizzare una strategia “finita” o “infinita”.

Per giocare con una strategia “infinita”, ogni leader deve – secondo l’autore – seguire questo approccio:

  1. Farsi promotore di una giusta causa (“just cause”).
  2. Creare un gruppo con persone di fiducia (“build trusting teams”).
  3. Scegliere, studiare e apprendere da un valido concorrente (“study your worthy rival”).
  4. Avere una certa dose di flessibilità esistenziale (“prepare for existential flexbility”).
  5. Dimostrare il coraggio nel guidare la propria azienda (“demonstrate the courage to lead”).

Una giusta causa è la proiezione dell’azienda in un futuro remoto: è l’obiettivo a cui l’azienda aspira, ma che non è mai raggiungibile in un tempo predeterminato. L’azienda deve prendere tutte le decisioni sulla base di questa visione, nella speranza di prolungare il gioco il più possibile, ben oltre la vita dei fondatori. La giusta causa deve essere: 1) finalizzata a qualcosa di positivo ed ottimista; 2) inclusiva, ovvero aperta a chiunque voglia contribuire; 3) orientata al servizio e al benessere dell’umanità; 4) resiliente, ovvero capace di superare cambi culturali, politici e tecnologici; e 5) idealistica, ovvero aspirazionale ma irrealizzabile, se non in un tempo infinito.

Secondo Sinek, una giusta causa non può essere il profitto fine a sé stesso, anche se ridistribuito per il bene della comunità, o la crescita: questi rappresentano solo un mezzo, non un vero e proprio obiettivo. Allo stesso modo, la responsabilità sociale, sebbene sempre più sviluppata e utile per le aziende, non rappresenta una giusta causa: solo una manifestazione della stessa nel breve periodo.

È responsabilità di ogni business (con un mindset infinito) quello di promuovere una causa, proteggere i dipendenti e i membri della comunità e – infine – generare profitto per gli investitori. Ovvero, l’esatto opposto di quello che fanno tutte le aziende con un mindset “finito”.

Alcune considerazioni

Sinek integra i già noti concetti di Start With Why focalizzando la proiezione verso il futuro dell’azienda, e su quello che i leader devono fare per gestire al meglio le attività della stessa. Il risultato è che oltre a qualche nuovo esempio – come la guerra fredda tra Stati Uniti e Russia, per descrivere una dinamica di gioco “infinito”, o le campagne di Apple verso i propri rivali IBM prima e Microsoft poi, nel descrivere l’importanza di studiare i concorrenti validi per continuare ad innovare. La sensazione è quella di continuo déjà vu: i casi studio riprendono quelli già presentati dall’autore nei volumi precedenti, e gli strumenti proposti sono i medesimi.

Resta un volume utile per chi sta progettando un’attività imprenditoriale, ma soprattutto per costruire uno storytelling adeguato.

Il libro in pillole

  • I giochi si dividono in “finiti” – dove i giocatori sono noti, ci sono delle chiare regole seguite da tutti coloro che ne prendono parte, un tempo di gioco prestabilito, e l’obiettivo è quello di vincere – e “infiniti” – dove i giocatori non sono sempre conosciuti, le regole possono cambiare, non esiste un tempo di gioco prestabilito e l’obiettivo è quello di continuare a giocare, appunto, all’infinito.
  • Il business rappresenta un gioco infinito, a cui spesso però i giocatori – le aziende – applicano le regole dei giochi “finiti”.
  • Un mindset di tipo “infinito”, necessario per sopravvivere nei contesti di questo tipo, prevede: 1) la scelta e la promozione di una “giusta causa”; 2) dei team caratterizzati da livelli di fiducia elevata; 3) almeno un “degno” rivale verso cui misurare la propria crescita; 4) estrema flessibilità, ovvero la capacità – se necessario – di distruggere completamente il proprio business e crearne uno nuovo, per seguire la giusta causa; e 5) il coraggio di guidare l’organizzazione attraverso i momenti di incertezza senza perdere la rotta, ovvero la giusta causa.