Antonio Prisco
Responsabile Amministrativo RES

Di cosa ti occupi all’interno di RES?
Com’è strutturata la tua settimana tipo?

Dal 1° luglio 2022 sono Responsabile Amministrativo di RES, per cui la mia attività riguarda tutti gli aspetti della gestione amministrativa della capogruppo e delle imprese controllate: dalla contabilità alla gestione finanziaria e alla rendicontazione dei flussi di cassa.

Più che una settimana tipo come ufficio abbiamo un “mese tipo”: abbiamo delle scadenze molto precise all’interno del mese e queste influenzano la nostra attività. I primi quindici giorni del mese sono dedicati alla gestione delle fatture, sia attive che passive: registriamo le fatture passive dai fornitori ed emettiamo fatture attive verso i clienti secondo loro richieste specifiche. Dopodiché intorno al 15 del mese abbiamo la gestione dell’iva, e per i successivi dieci giorni aggiorniamo i bilanci delle sei aziende del gruppo (capogruppo più tutte le aziende controllate). Questo ciclo si ripete più o meno nella stessa forma tutti i mesi dell’anno.

Come gruppo chiudiamo i bilanci nel mese di giugno, quindi il periodo più “caldo” per noi è rappresentato dai mesi estivi. Verso l’ultima settimana di luglio chiudiamo il bilancio dell’anno e nei giorni successivi solitamente siamo impegnati a produrre e scambiare documenti con lo studio del commercialista che ci segue e con i revisori contabili. In questo senso, il fatto di avere dei bilanci aggiornati su base mensile ci agevola, in quanto ci permette di ricongiungere anche alla fine dell’anno fiscale solo un mese di rendicontazione (e non tre, sei, o addirittura dodici mesi). Tra agosto e settembre la maggior parte del lavoro relativo al bilancio annuale viene gestita, così da poter presentare i risultati all’assemblea dei soci.

Attualmente ti stai formando su qualche tema particolare?
Qual è la curva di apprendimento per qualcuno che vuole iniziare una carriera in ambito amministrativo?

Farei una distinzione tra “formazione” e “informazione”. Non ho mai seguito un corso formale, ma ho imparato quasi tutto facendo esperienza sul lavoro e grazie al confronto continuo con i colleghi e lo studio che ci segue. Ovviamente integrando il tutto cercando di informarmi in maniera indipendente.

Ragionevolmente, una persona alle prime armi impiega circa un anno per entrare appieno nei meccanismi che regolano la gestione delle attività che seguiamo. È un lavoro “ciclico”, nel senso che la struttura del mese resta costante durante l’anno, e la formazione e rendicontazione del bilancio allo stesso modo si completa all’interno dei dodici mesi. Dopo un primo “giro”, solitamente si iniziano a comprendere tutte le richieste, i tempi necessari e la gestione delle diverse attività. Di solito non si arriva ad una conoscenza completa ed esaustiva, che non si raggiungerà mai anche per i cambiamenti nelle normative di riferimento, ma sicuramente ad un buon grado di autonomia.

Ci racconti qualcosa del tuo percorso prima di entrare in RES?

Io ho sempre avuto una grande passione per l’archeologia, però a diciott’anni non ho avuto il coraggio di intraprendere una carriera in questo campo e ho scelto un altro percorso. Mi sono iscritto a Ingegneria Gestionale al Politecnico, dove ho completato la triennale. Questo percorso è stato molto utile perché il compito di una formazione ingegneristica, aldilà della specializzazione, è quello di presentare dei problemi e cercare di risolverli. Alla fine quando ci sono dei problemi di rendicontazione il compito di un buon amministrativo è risolverli!

Verso la fine della triennale stavo cercando una posizione lavorativa e sono entrato “in rotta di collisione” con RES (ride, n.d.r.). Ho fatto un anno di stage, poi l’apprendistato, e adesso sono più di sei anni che mi trovo qui.

Quali sono le principali evoluzioni che prevedi per il tuo ruolo e per la tua attività in futuro?

Non vedo tantissimo un’evoluzione del ruolo in sé, ma sicuramente un aumento del perimetro delle attività e delle responsabilità dell’area, quello sì. È quella che definirei “un’espansione dei confini del ruolo” su scala orizzontale: l’obiettivo del gruppo è crescere – aumentando il numero di aziende all’interno dello stesso – quindi prevedo che aumenteranno i volumi di attività, la complessità della gestione e l’impegno richiesto. Vedo in prospettiva molte sinergie con le diverse aree della capogruppo, in particolare con i sistemi informativi del gruppo che sono fortemente legati alla nostra attività.

In generale, mi sento di dire che – aldilà del percorso formativo – uno dei fattori differenzianti è la “contaminazione” che avviene nel confronto con i colleghi: io ho imparato molto da chi aveva più esperienza di me nel settore, ma allo stesso modo, il fatto di provenire da un diverso campo di studi ha permesso di avere visioni differenti per soluzioni e modi di gestire. L’impegno e la volontà di imparare sono quelle che aiutano di più in questo ruolo.