Scritto da Martina Fieromonte (Area Valorizzazione Dati RES)

Tecnologie avanzate, risorse adeguate e figure professionali competenti costituiscono fattori importanti per la realizzazione di un progetto. Tuttavia da soli, questi tre asset, potrebbero rivelarsi non sufficienti per la gestione e riduzione dei rischi.

Per navigare il mare magnum, a volte incerto e turbolento che circonda l’area IT, è necessario essere agili per adattarsi e rispondere al cambiamento: l’approccio AGILE nasce proprio da questa esigenza.

AGILE: storia di un’esigenza

Era il 1990 quando l’industria del software attraversava un periodo di crisi noto come Application Development Crisis, dovuto ai lunghi tempi di attesa che intercorrevano tra la validazione dei risultati desiderata del cliente e l’effettiva realizzazione di un’applicazione. In questo lasso di tempo (almeno tre anni) molti erano i fattori soggetti al cambiamento, primo fra tutti le esigenze del cliente.

Da qui la necessità di pensare a un metodo alternativo per lo sviluppo software: veloce ma al contempo efficiente che, in un clima così mutevole, rendesse possibile l’adattamento e insieme la risposta al cambiamento.

Con questo in mente, nei primi anni ‘90, un gruppo di leader delle principali industrie di sviluppo software iniziò a scambiarsi idee e collaborare  per definire insieme valori e linee guida dell’approccio AGILE. Ne nacque una modalità di gestione dei progetti in campo IT iterativa e flessibile, capace di adattarsi con il minor sforzo possibile a situazioni, seppur ipotizzabili, non prevedibili a priori.

Principi e Valori dell’approccio AGILE

Il Manifesto dell’AGILE delinea valori e principi a cui dovrebbero ispirarsi tutte le pratiche che da esso ne derivano.

I valori AGILE

individui e interazioni

piuttosto che

processi e strumenti
software funzionanti documentazione articolata
collaborazione con il cliente negoziazioni contrattuali
rispondere al cambiamento seguire un piano

 

Come esplicitamente chiarito nel Manifesto, seppur si riconosca del valore ai principi di destra, se ne attribuisce di più a quelli di sinistra.

I principi AGILE

Oltre i valori, il Manifesto AGILE contiene 12 principi pensati per creare e supportare un ambiente di lavoro in linea con questa filosofia:

Non diversamente da altri approcci, scopo dell’AGILE è quello di soddisfare il cliente, che è qui visto come parte attiva nello sviluppo del progetto. “Come” e  “quando” soddisfarlo sono i due aspetti che fanno la differenza.

Come e Quando soddisfare il cliente con AGILE?

L’approccio AGILE cerca di incontrare la soddisfazione del cliente fin da subito, consegnando costantemente i risultati di uno step temporale di progetto, che permette di definire task e obiettivi fattibili in un periodo definito, riducendo così i rischi legati ai tempi di consegna. Ogni ciclo di lavoro si conclude con una fase di validazione di quanto fatto: si raccolgono i feedback da parte del cliente, si pianificano i successivi task e, se necessario, si mettono a punto modifiche e aggiustamenti.

E qui, un altro punto importante dell’approccio: come chiarito nell’infografica, i cambiamenti sono i benvenuti. All’interno del framework AGILE essi non vengono visti come un ostacolo, ma piuttosto come un vantaggio competitivo per il cliente.

Attraverso lo sviluppo iterativo, diviso in fasi alla base dell’approccio AGILE, si cerca di consegnare al cliente una versione “demo” del prodotto da migliorare nel corso del tempo. In questo modo viene fornito fin da subito del valore da testare e usare per il proprio business. L’obiettivo è quello di ridurre il rischio di produttività e il conseguente “cost of delay”, ovvero il valore che il cliente può perdere fin quando non ha a disposizione l’applicazione richiesta.

L’AGILE in RES

Gruppo RES ritiene l’approccio AGILE valido ed efficace per gestire i progetti in area IT, non solo perché i suoi valori e principi sono molto vicini a quelli coltivati in azienda: nel corso degli anni abbiamo anche comprovato la sua efficacia gestendo, secondo le sue linee guida, alcuni progetti.

È il caso del progetto Smart Recipe, portato avanti con Condé Nast, azienda globale operante nel campo dell’editoria e dei mass media.

Scopo del progetto è stato quello di sviluppare dei sistemi, basati su modelli di apprendimento automatico, capaci di interpretare il contenuto di ricette ed estrarre da queste diversi tipi di informazioni (quali ingredienti, quantità, unità di misura…), connettendole, infine, sotto un’unica architettura. Un progetto ambizioso quanto stimolante, in cui non sono mancati cambiamenti di rotta e modifiche in seguito a feedback o a mutate esigenze.

In questi casi, l’approccio AGILE si è rivelato un valido alleato per minimizzare molti dei rischi annessi a tali cambiamenti, permettendo così di concludere il progetto con successo e soddisfazione del cliente.

Anche con Lifeed, l’azienda che ha ideato il Life Based Learning, si è scelto di utilizzare un approccio AGILE, nelle vesti formali della cornice SCRUM. Focus del progetto è stato quello di individuare, grazie all’utilizzo di modelli di apprendimento automatico, un insieme di indicatori relativi al benessere, all’efficacia e ai talenti nascosti a partire dalle riflessioni generate dai partecipanti ai percorsi di apprendimento erogati dalla piattaforma Lifeed.

Grazie al riconoscimento automatico del linguaggio naturale, oggi la piattaforma Lifeed è in grado di analizzare in forma aggregata le riflessioni spontanee degli utenti, al fine di restituire una fotografia accurata dei livelli di benessere, di efficacia e di engagement della popolazione aziendale. Il framework AGILE utilizzato si compone di pochi ma essenziali elementi che permettono il raggiungimento degli obiettivi prefissati in tempi brevi, ridimensionando rischi tipici dei progetti di Intelligenza Artificiale. SCRUM suggerisce una partecipazione attiva del cliente, che nel nostro caso, si è dimostrato sempre pronto e disponibile alla collaborazione, fornendoci feedback e testando passo passo le parti di prodotto che gli venivano fornite.

Saper gestire progetti in modo AGILE significa anche (e soprattutto) capire, in base alle caratteristiche del progetto, quale pratica AGILE mettere in atto. È per questo che per il progetto “Reputation” in collaborazione con l’Università di Pavia si è scelto di utilizzare KanBan, un framework più flessibile e rilassato, non tempo-centrico, ma basato sulla capacità di carico del team. Scopo del progetto, in questo caso, è stato quello di stimare la reputazione del cliente a partire da notizie pubblicate su social e testate giornalistiche che lo menzionavano.

Conclusioni

Come si è visto dalle precedenti sezioni, l’approccio AGILE è un approccio empirico: ad una fase di analisi e ispezione delle informazioni dal campo, segue una di rivalidazione, modifiche e pianificazione. Collante di queste due azioni è il concetto di trasparenza: tutto ciò che viene prodotto deve essere messo a disposizione, usufruibile e ispezionabile.

La trasparenza infatti attiva l’intelligenza cognitiva di gruppo che, se ben incanalata, porta ad un’ottimizzazione e miglioramento del prodotto.

Tuttavia “non è tutto AGILE ciò che luccica”: per intraprendere un percorso AGILE è necessario che team di sviluppo e team del cliente siano aperti e allineati alla ventata di cambiamento che la gestione dei progetti con questa modalità porta con sé.

L’AGILE mette infatti subito in risalto falle o problematiche legate alla gestione del progetto e questo potrebbe infastidire le parti coinvolte.

Ad ogni modo rendersi conto di questi segnali di rischio e, soprattutto, adoperarsi nell’immediato per ridimensionarli, contraddistingue proprio la gestione di un progetto in modo AGILE, da una gestione che AGILE non è.